ANDREA MEMEGHINI Andrea Meneghini (Padova 8 febbraio 1806 ivi 21 novembre 1870) partecipa attivamente ai fatti del 1848 viene arrestato il 9 febbraio con l’accusa di aver preparato il moto del giorno precedente, liberato dal popolo veneziano insorto il 17 marzo ed eletto poi presidente del Comitato provvisorio dipartimentale di Padova. Viene costretto a prendere la via dell’esilio, passando per Ferrara, Bologna, Firenze, Ancona, Malta, Corfù ed Atene prima di fissare la sua dimora a Torino nel 1850. Qui si dedica allo studio, pubblicando, soprattutto a partire dal 1859, numerose opere volte ad illustrare le dure condizioni delle popolazioni venete soggette al dominio austriaco. Continua a prestare la sua attività politica come membro del Comitato politico centrale veneto di Torino, venendo anche eletto deputato al parlamento nazionale per il collegio di Bozzolo nel 1864. Rientrato in Veneto, ricopre l’incarico di sindaco della sua città dal dicembre 1866 fino alla sua morte (cfr. ROSI, Dizionario del Risorgimento nazionale, III, p. 568). Per un elenco dei suoi scritti si veda Carteggio Cavalletto-Meneghini, p. XI-XIII.
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